Storia
Un percorso di successo lungo un secolo.
La vera Cistecca Montese è nata dalla genialità italica nei primi anni 30 del secolo scorso, per poi trasformarsi in un panino di alta qualità grazie alla tipica creatività (cazzimma) napoletana.
Due fratelli italiani, giunti in America all’inizio del 900, Pat e Harry Olivieri, si stabilirono a Philadelphia per vendere hot dog per strada e sbarcare il lunario.
La leggenda narra che i fratelli stazionavano nei pressi di un parcheggio per taxi, vendendo i loro hot dog.
Un giorno finirono gli hot dog e non sapendo cosa offrire ai tassisti, si rivolsero ad un macellaio per chiedere un po’ di carne per riempire i panini.
Il macellaio propose l’utilizzo di fettine di carne di bovino molto sottili e facilmente lavorabili sula piastra.
Pat a quel punto pensò di unire alla carne del formaggio per renderlo più gustoso. Il risultato fu un panino che venne chiamato “cheese-steak” e che ebbe da subito un successo straordinario, e in pochi anni iniziò ad essere prodotto anche da altri stand e ristoranti della zona di Philadelphia. Negli anni successivi la produzione del panino si diffuse in molte altre città della east cost americana, soprattutto nei ristoranti e pub gestiti dalle prime generazioni di italo-americani.
Una delle aree più interessate dal fenomeno fu quella napoletana e nello specifico il piccolo comune di Monte di Procida.
Monte di Procida aveva avuto, da sempre, una vocazione marittima. La sua flotta mercantile rappresentò sin dagli anni 50, un fiore all’occhiello per la marineria italiana, creando opportunità e lavoro fino agli inizi degli anni 70.
Infatti nel 1973 la grande crisi petrolifera mise in ginocchio la marineria mercantile montese, spingendo giovani e meno giovani ad emigrare in America in cerca di fortuna. Arrivati in America, i montesi si specializzarono nel settore della ristorazione e qui conobbero per la prima volta il panino inventato da PAT e Harry, ed ebbero un grosso successo imprenditoriale aprendo molti ristoranti soprattutto lungo la costa est degli USA (New Jersey, North Caroline, Pennsylvania).
Alcuni decisero di riproporre le attività imprenditoriali che svolgevano in giro per il mondo, fu proprio questo il periodo in cui a Monte di Procida (prov. Na) gli emigranti avviarono attività ristorative con l’intenzione di riproporre anche in Italia il panino dei fratelli Ulivieri. Le difficoltà non tardarono a venire, in quanto essi non avevano minimamente idea delle caratteristiche della carne e del pane da utilizzare. Così chiesero il supporto delle maestranze locali (macellai, panettieri, ecc). Dopo molti tentativi falliti, si riuscì a “rielaborare” un panino che poteva soddisfare il palato dei più raffinati clienti montesi e non.
In poco tempo il panino con carne di manzo e scamorza nostrana, ebbe un successo strepitoso, tanto che anche altri pub flegrei iniziarono a proporlo nei loro menù. L’aumento costante della domanda da parte del pubblico soprattutto giovanile spinse anche altri macellai a sperimentare la lavorazione della carne. Intanto tra gli addetti ai lavori e i consumatori il panino iniziava ad essere chiamato in gergo dialettale “ a cistecc”.
L’enorme successo trentennale spinse altri imprenditori della provincia di Napoli a proporre ai propri clienti il panino montese, senza però conoscerne e rispettarne i criteri di lavorazione delle carni e di tutte le altre materie prime.
Fu proprio il mancato rispetto degli standard di produzione che spinse nel 2014 un gruppo di imprenditori e manager locali a costituire un consorzio per tutelare la storia e la qualità di questo prodotto gastronomico tipico.
Il primo passo fu quello di rimarcarne le differenze di qualità e le caratteristiche di italianità del panino già a partire dal nome, così nacque, grazie all’intuizione di uno dei promotori del consorzio, la parola “cistecca” termine tradotto dall’espressione dialettale (a cistecc) con cui veniva chiamato il panino. Il secondo passo fu quello di registrare il marchio collettivo “La vera Cistecca Montese” e il deposito di un disciplinare di produzione che racchiudesse le regole da rispettare e definisse gli standard qualitativi minimi per la produzione di un panino di alta qualità.